Gli Undici: quale paura ci blocca?
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
(Gv 20,19-20)
Nel vangelo di Giovanni, i discepoli vivono tutto il giorno della Pasqua nel timore dei Giudei, blindati in un luogo sicuro… solo sfiorati dall’annuncio di Maria di Màgdala.
Una giornata intera di incertezza, probabilmente passata nel silenzio, ciascuno rannicchiato nel proprio angolino a piangere e a riflettere sull’accaduto, cercando di capire cosa era andato storto, dove avevano sbagliato, chi e come aveva potuto tradire il Maestro, cosa si sarebbe potuto fare per evitare che tutto finisse così…
Al termine di quel giorno, per loro interminabile, Gesù viene e sta in mezzo a loro: visita i loro cuori affranti dal dolore e dal fallimento e comunica loro il primo dono da Risorto… «Pace a voi!».
Insieme a questo, Gesù mostra i segni della Passione, le piaghe che rappresentano la concretezza del suo amore per l’uomo. Questo gesto lo ripeterà anche sette giorni dopo, a Tommaso, discepolo irrequieto e assente in quella sera di Pasqua, forse colui che maggiormente è rimasto ferito nel vedere il suo Maestro finire così male, dopo averne compreso la grandezza e il messaggio…
A questi cuori inquieti e feriti il Signore risponde con la sua pace e mostra le proprie ferite: le delusioni, i fallimenti, le sconfitte che spesso entrano a gamba tesa a far parte della nostra vita e ci lasciano cicatrici profonde nell’anima noi non siamo capaci di superarli… ma solo Dio, che è venuto a condividerli e a farsene carico, può guarirli davvero.
Abbiamo bisogno di liberarci dalla paura, dobbiamo lasciarci riempire dalla pace del Signore permettendogli di guarire le nostre ferite, mentre noi contempliamo e tocchiamo le sue: perché è dalle sue piaghe che siamo stati guariti (cf. 1Pt 2,24).
O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio hai ristabilito l’uomo nella dignità perduta e gli hai dato la speranza della risurrezione, fa’ che accogliamo nell’amore il mistero celebrato ogni anno nella fede.